manho
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Post by manho on Oct 15, 2007 16:32:24 GMT -5
interesting article about pete in today's la repubblica magazine, velvet:
Pete Doherty raccontato dai suoi amici di Simone Marchetti Processi, scazzottate e case di cura. Serenate, compagni d'avventura e Kate Moss. La vita spericolata e romantica del leader dei Babyshambles. Come in una pièce teatrale, dove il vero spettacolo, incredibilmente, lo fa la musica
Diciotto processi in corso. 380.000 sterline spese per l'ultima cauzione. Libertà vigilata e foglio di via da Londra. Detenzione forzata presso un ospedale, anzi, un "re-hab", per disintossicarsi. Pete Doherty è un caso umano, il classico artista maledetto da luogo comune. Se lo disegnassero come fumetto, non sarebbe così scontato: capelli oleosi incollati alla cute, occhiaie da "hang-over", volto perennemente sudaticcio e quell'aria di chi non vede la doccia da troppi giorni. Eppure, ha (o aveva) come fidanzata Kate Moss, la donna più bella del mondo. Veste solo gli abiti (regalati) di Hedi Slimane, lo stilista più chic della terra. E vanta tanti paparazzi quanti nemmeno quella povera di Britney Spears riesce più a immaginare. Ma qualcuno si è mai chiesto che musica faccia? O come siano le sue canzoni? E se è bravo come si dice? Nelle pagine a seguire, vi portiamo in un viaggio esclusivo dietro le quinte della sua vita pubblica.
Non è il gossip a interessarci, ma tutto quello che i giornali non dicono. Ci accompagnerà un occhio d'eccezione, il fotografo Fabio Paleari, amico di Pete e autore di questo reportage che sarà parte del libro "I won't give up" (Damiani Editore), in uscita a novembre. Più o meno quando il cantante arriverà in Italia, a Milano, per un attesissimo concerto. Trovare Pete, però, è stato impossibile. Ci è stato detto più volte che è chiuso in una casa di cura fuori Londra. Ma non ci siamo arresi: siamo andati nella capitale inglese, per vedere dove vive e compone canzoni. Poi, abbiamo parlato con il suo gruppo, i Babyshambles, che ci hanno raccontato il nuovo album "Shotter's Nation". Il risultato? E\' simile al teatro greco, dove tanti personaggi, in cerca d'autore, danno ciascuno la propria versione dei fatti. Ma ora mettetevi comodi perché lo spettacolo inizia. Si alzi il sipario
La scena Siamo nell'E1, una fetta di Londra schiacciata tra i grattacieli della City e il futuro Villaggio Olimpico, vicino a Stepney Whitechapel. Fino a ieri, questo quartiere era la patria di giovani artisti, di fotografi emergenti, insomma di tutto quel sottobosco di musicisti e creativi che fugge orari, schemi e consuetudini rispettate alla lettera in tutto il resto dell'Inghilterra. Oggi, gli appartamenti fumosi e le cantine dall'aria losca stanno per trasformarsi in loft bianchi e ordinati abitati da banker.
L'antefatto Pete, il nostro protagonista, non è nuovo a questo ambiente, anzi: qui passa gran parte del suo tempo, spesso immerso in affari così segreti da finire puntualmente sul quotidiano più letto della nazione il giorno dopo. Gli piace fare a cazzotti, bisogna ammetterlo. Ha picchiato più volte il suo amico e coinquilino. Poi si è scusato e, mentre lui suonava in concerto, è tornato a rubare in casa sua. Per finire in prigione e poi chiedere di nuovo perdono. E\' fatto così, è maldestro: non c'è volta che ne combini una e la faccia franca. Forse per questo, una sera, invitato da amici al compleanno della famosa modella Kate Moss, le si butta ai piedi e improvvisa una serenata con la chitarra. Una con la testa sulle spalle si sarebbe messa a ridere tappandosi il naso. Kate, invece, cade stecchita. Una catastrofe: è amore a prima vista. Non è mica l'unica, sia chiaro: Hedi Slimane, ex stid lista di Dior Homme, così snob da snobbare persino la moda, dice che Pete è pura bellezza. Anche quando è distrutto, con la camicia sudata, i pantaloni bassi e il cappello a tesa strettissima. E\' sempre perfetto, mai volgare. Tutto il contrario del tamarro da periferia inglese. Professor R-O & Mrs Rabbit In Brik Lane, a E1, c'è un luogo strano: diciamo che non è proprio quello che ci si aspetta da un salotto inglese. Alle pareti c'è una tappezzeria inusitata con un orsetto che, nell'ordine: guida una Ferrari, cavalca una tavola da surf e beve un drink colorato sotto una palma. L'arredamento sembra un incidente tra un mercatino cinese e un discount del mobile. Il padrone di casa si chiama Professor R-O, agita di continuo la testa, come posseduto, e declama poesie. Una sorta di oracolo di Delfi ante litteram. Lo stesso fa sua moglie, Mrs Rabbit, una donna molto, ma molto truccata con i capelli crespi, tinti di biondo pannocchia. Sullo sfondo, vanno e vengono personaggi di secondo rilievo. Uno pensa: che caos, com'è possibile concentrarsi? Be', Pete viene qui per stare tranquillo. Perché in questo appartamento si sente libero. E infatti compone, compone. Come un pianoforte meccanico impazzito. Volete vedere come? Fate un salto su Youtube e cliccate uno dei nomi dei proprietari di casa. Capirete che questa commedia è più seria di quanto sembri. «E\' tutto vero», ci fa eco Mick, chitarrista dei Babyshambles e grande amico del cantante. «Anche se oggi Pete passa molto più tempo col gruppo di quanto facessse prima. Però la casa del Professor R-O resta un luogo franco, lontano dalla folla e dai paparazzi. Qui viene anche per improvvisare concerti e cantare con gli altri ragazzi».
Stephen il duro E poi arriva il boss della situazione, Stephen Street, produttore degli Smiths e dei Blur. Prende Pete e il gruppo dei Babyshambles, li mette in riga, li porta in studio di registrazione. Sveglia presto, niente stupidaggini, si suona fino a quando quello che fanno non gli piace. «E\' vero», ci conferma Adam, batterista del gruppo. «Si lavorava duro e senza sosta. Il sound che abbiamo ottenuto è costato molta fatica, ma ci piace. Il nuovo cd è più facile, ma non banale. Meno improvvisato rispetto all'album precedente. Sono sicuro che il pubblico sarà entusiasta».
L'esilio da Londra Come ogni Romeo che si rispetti, anche Pete deve scontare il suo esilio da Verona. Poiché le sue buone intenzioni sono puntualmente smentite dai fatti, lo scorso settembre viene spedito dal giudice in un ospedale fuori dalla capitale, per disintossicarsi. Non può varcare il confine del comune di Londra, pena l'arresto. Il luogo del ricovero è top secret: si dice sia una sorta di fattoria inespugnabile da cui è anche impossibile uscire.
La fuga da Parigi Il teatro, si sa, è sempre la stesso: non esiste muro troppo alto o fortezza inespugnabile per un cuore innamorato. A Pete manca Kate. Così, secondo alcuni, lascia il re-hab e torna a Londra. Vuole, deve partire per Parigi. L'aereo è fuori discussione: non ha con sé documenti e per procurarsene di falsi ci vorrebbe troppo tempo. Così opta per il treno, il tunnel sotto la Manica. Si infila gli occhiali da sole, prende il primo diretto e si ritrova nella Ville Lumière. Se Dio vuole, questa volta non scende al Ritz ma si rifugia in un appartamento di amici. Così nessuno si accorge dei due e la stampa non vedrà mai una foto di questo weekend. «Il rapporto con Kate è una cosa importante per lui», ci confida Adam, il batterista. «Non potete immaginare l'inferno di avere sempre alle spalle un fotografo. Non puoi mai fare nulla, devi stare attento a come ti muovi, perché tutto può essere scambiato per qualcos'altro. La cosa che mi fa più arrabbiare, però, è che nessuno vada oltre l'immagine. Provate a leggere i testi delle nostre canzoni: Pete ha un linguaggio incredibile, poetico, di una leggerezza dolcissima. Anche Kate ha contribuito alla stesura dei testi: infatti comparirà come coautore dell'album». Anche in questo i Babyshambles non sbagliano: Pete, fin da ragazzo, era un piccolo genio della letteratura con tanto di menzioni speciali e borse di studio. I suoi autori preferiti? Graham Green, Jean Genet, Charles Baudelaire, Oscar Wilde ed Emily Dickinson. Ha persino vinto un premio nel 2004 per una canzone scritta in collaborazione col poeta inglese Wolfman. Ma torniamo alla storia.
L'epilogo Nelle tragedie greche, di solito è il coro a entrare in scena, nel finale, per fare la morale della favola. Nella storia di Pete, forse, sarà una sentenza del tribunale a dire l'ultima battuta. O forse il successo o la débacle del nuovo album. O, ancora, la sua voglia di autodistruzione. Non spetta a noi l'arduo compito che Euripide, Sofocle ed Eschilo affidano al coro. Vi diamo però un suggerimento. Se vi interessa sapere di più sulla sua figura d'artista, andate su Youtube e guardate la sua performance live di "The Lost Art of Murder" (l'ultima traccia del nuovo album). Ammiratelo mentre si esibisce da solo sul palco di uno show mediocre, alla tivù inglese. Ascoltate le parole e concentratevi sulla musica. Questa è la cornice migliore per capirlo, per vederlo da vicino. Per apprezzare la sua arte fatta di accordi semplici e versi banali che, improvvisamente, diventano veri, incredibili, reali. Qui, lontano dai gossip, dai rotocalchi e persino da Kate Moss, scoprirete Pete. Perché, come lui ripete nelle interviste, «tengo molto al giudizio degli altri sulle mie canzoni. Ma non mi interessa nulla di cosa pensino di me come persona». (Pubblicato il 15 ottobre 2007)
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Post by dino on Oct 16, 2007 4:35:02 GMT -5
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Post by dino on Oct 17, 2007 2:18:22 GMT -5
Paul McCartney has spoken for the first time about how the Beatles turned down a offer to reform the band in 1976.
Speaking to listings magazine Radio Times to publicise his show at the BBC Electric Proms later this month, McCartney said that the money they were offered to stage a comeback back then was 'phenomenal'.
He said:"There were phenomenal amounts of money being offered. Millions by Sid Bernstein, this New York promoter. But it just went round and round. There might be three of us thinking 'You know, it might not be a bad idea' - but the other one would go, 'Nah, I don't think so' and sort of veto it. Let's put it this way, there was never a time when all four of us wanted to do it. And I'm actually glad of that now because the Beatles' work is a body of work. There's nothing to be ashamed of there.
He concluded: "The potential disappointment of coming on and not being as good as The Beatles had been, that was a risk we shouldn't take."
In the wake of the unprecedent buzz around Led Zeppelin's reunion - Macca was asked in the interview 'What If' the Beatles could have reformed now?
McCartney replied: "Since you're leading me down that flowery path, we could imagine that John would be this fantastic elder statesman, very much in command of his lifestyle. I'd be alongside him singing magnificently. George would be playing like an angel on his guitar. We'd be gelling, sounding like nothing anyone's ever heard before with all the power of modern amplification."
With a flourish he added: "And, behind us, would be the world's greatest drummer. And it'd be fandabidozi! We could be introduced by the Krankies. Unfortunately, this is just pure imagination. But then what's wrong with that?"
McCartney also revealed that he has artists old and new on his iPod, saying: "My iPod moves from Kaiser Chiefs to Neil Young to Guillemots to Bob Dylan to Radiohead to Bob Marley. And if you want to get a dancefloor moving, it's I Will Survive. Mix that with Foo Fighters, throw in a bit of Fred Astaire, KC and the Sunshine Band, maybe Fatboy Slim and we've got it!"
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Post by cripes on Oct 20, 2007 0:37:14 GMT -5
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Post by cripes on Oct 20, 2007 13:46:54 GMT -5
More info:
Looks like it's Badfinger with Paulie on piano on CAGI.
On Revolution some guy in another forum wrote: 'Rev 1 (ca 5 minutes in length) is probably a rough mono mix made on June 4th, 1968 which John took home and not in the EMI vaults. This has a slate "RM1 of take..." by an engineer prior to the song. It lacks some elements (additional electric lead guitar, organ and horns) which are included on the released version. On the other hand, unreleased tape loops ("aah" vocal and similar sounding guitar phrase) are mixed throughout the song. You can hear the coda longer than the official record and some vocal and instrumental sound which are not included in the final mix can be recognized'.
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Post by dino on Oct 24, 2007 5:23:51 GMT -5
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bart
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Post by bart on Oct 25, 2007 3:21:15 GMT -5
Both great finds, cripes. Thanks! CAGI is really incredible; definitely Badfinger on backup, but it still sounds like Paulie on the vocal (especially toward the end). Fantastic stuff, either way.
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Post by dino on Oct 25, 2007 4:20:26 GMT -5
i'm downloading this now
George Harrison - Sell, Sell, Sell! (VR-23/24) Los Angeles, CA - The Forum - Tuesday, November 12, 1974 - Matinee (SBD) / Evening (AUD)
These soundboard tracks turned up recently in an internet broadcast and lots of people were having trouble capturing them, so I thought I'd put them on CD-R. As a bonus i've included the complete audience tape of the evening show that doesn't seem to be too common. I had trouble getting a good copy of the matinee show, but luckily the evening show isn't too bad performance or audiowise. I've heard a lot worse from this tour.
i always been curious about that tour, nver heard anything - in the track list, there are a couple of "dispute & violence" moments LOL, i wonder if is like the Newport boooo
maybe cripes was there that night
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Post by dino on Oct 25, 2007 8:13:57 GMT -5
what fucking drugs was georgie using in 1974? and they say that boby in concert is weird - this tour rank with every shit dylan is doing these days LOL
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Post by Some king on Oct 25, 2007 10:59:56 GMT -5
Yeah, that tour was pretty bad. I know a couple of people that were actually there, and their opinion is it was as bad/weird as it sounds.
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Post by cripes on Oct 25, 2007 12:11:35 GMT -5
Purple Chick now has a Beatles Christmas collection up at Demonoid.
Where is that Harrison SBD being tormented dino?
I was there in '74--he was on fire! Hare krishna you fucks.
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Post by dino on Oct 25, 2007 12:15:08 GMT -5
at the hunger whatever site you showed me times ago and you always quote, cripes
and he also does In My Life, totally shite!!! but the only Harrison soundboard In My Life ever!
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Post by cripes on Oct 25, 2007 12:30:45 GMT -5
Thanks....I don't have the George Harrison box checked on my filter at HC.
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manho
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Post by manho on Oct 26, 2007 5:20:04 GMT -5
Long live the ukulele
John Harris Friday October 26, 2007 Guardian
Far be it from me to accuse the British educational establishment of a 50-year crusade to push our children away from a musical career, but sometimes I wonder. I am talking, of course, about the recorder - that idiot-flute via which several generations were surely put off being creative for good.
But what is this? According to recent reports, the borderline torture of learning and playing that instrument is apparently being thrown into the historical bin. The new musical thing for Britain's youth is the ukulele, and they are not just taking over schools, but flying out of shops at a frenetic rate. A spurt of newspaper items told the tale last week, also making mention of the Ukulele Orchestra of Great Britain, the late US oddball Tiny Tim, and Marilyn Monroe turning the instrument into a symbol of erotic hoo-hah in Some Like It Hot.
Among the scores of songs that I would gladly take into the hereafter are two that feature our four-stringed friend. One is a brief-though-glorious piece from Paul and Linda McCartney's 1971 album, Ram, entitled Ram On, in which the man we must now call Macca (and while we're here, why is he going out so much at the moment?) winningly sings the same couplet for around two minutes, and sounds a bit like the Beta Band. The other is Blue, Red and Grey, a equally lovely track from the Who's 1975 album, The Who By Numbers, that finds Pete Townshend thrumming away and singing about being endlessly happy - according to scholars of their music, apparently with sardonic intent, though you could have fooled me.
That, however, is not the half of it. Reports of the ukulele renaissance inevitably mentioned that thrumalong godhead George Formby, but failed to pay tribute to his vastly underestimated influence on modern British rock. As the phrase goes, I am not shitting you. Consider Formby's trademarks - camped-up vocals, social realism, double entendres, rudimentary chord structures - and then think about the Arctic Monkeys' Flourescent Adolescent, the View's Same Jeans, anything by Pete Doherty, or hotly-tipped Liberteeny north-westerners, the Courteneers.
Musical historians will know that George's influence was passed on via that big Formby disciple Steven Patrick Morrissey, as summed up by the fact the Smiths' 1987 South Bank Show began with a clip of his idol singing Why Don't Women Like Me?, an early try-out for the same feelings that pervaded Morrissey and Marr's secular hymn How Soon Is Now? Its words went as follows: "Last night I went walking, my intentions were to click/But the sights I saw while walking out, they nearly made me sick/I saw a lot of lovely girls, attractive little dears/Arm in arm with ugly men with cauliflower ears." Its chorus ran thus: "If women like them like men like those, why don't women like me?" Such were the first stirrings of indie miserablism, something all the more remarkable given that the song was put to tape in 1933. Points off, perhaps, for indulging in such frippery the same year Hitler came to power, but a) Going political wouldn't have suited him, would it? and b) I doubt Adolf would have paid much attention.
Anyway, I bought a ukulele over the summer, and have just about managed to learn a selection of popular tunes. In the course of doing so, a few thoughts sprang to mind, chief among them the idea that I had invested in the perfect punk rock instrument. Most of the chords need only two fingers, and you can't play solos on it without sounding like a chump, which in turn led me to daydream about what would have happened if human evolution had been aligned slightly differently and Jones, Strummer et al had been ukulele-ists rather than guitar fiends. Answer: "White riot! [Thrum, thrum] I wanna riot! [thrum, thrum]".
Anyway, my latest party trick is Velvet Underground's I'm Waiting for the Man. You want to hear it, ringing out across the fields. But don't all come round at once, or - as George F would probably have it - I might run out of teacups.
Guardian Unlimited © Guardian News and Media Limited 2007
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Post by dag on Oct 26, 2007 7:11:15 GMT -5
yassir, that's my baby
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Post by Cat Stevens on Oct 26, 2007 15:54:44 GMT -5
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Post by owen on Oct 28, 2007 9:55:26 GMT -5
india india www.youtube.com/watch?v=atn6zqnF_T0"The song is called "India, India" and was originally written for a musical John was working on in the early 70's titled "The Ballad Of John And Yoko," the project was never completed and all that ever came of it was a demo vocal and rhythm guitar. When the other Beatles got together to do the Anthology stuff this and several other songs were worked on but discarded for various reasons and the tracks we have were released."
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Post by owen on Oct 28, 2007 11:33:15 GMT -5
another great lennon thing - an audio autobiography on his life. he gets bored soon enough and starts slagging dylans new song - gotta serve somebody www.youtube.com/watch?v=ODE0L2brq2U
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Post by dino on Oct 30, 2007 4:52:31 GMT -5
Sixties pop star Donovan is working on a plan to open a university in Scotland which will concentrate on transcendental meditation.
The 'Mellow Yellow' singer says guru Maharishi Mahesh Yogi told him to build the university on a visit to India in 1968, and it wasn't until he met famed film director David Lynch in recent years that he decided to fulfill the Maharishi's request.
"I know it sounds like an airy-fairy hippie dream to go on about '60s peace and love," Donovan told the Associated Press "But the world is ready for this now."
"I met David Lynch, who told me about the positive effects of TM in education. Although it's taken me 35 years, I will do what the Maharishi told me to do."
The David Lynch Foundation is on a mission to bring transcendental meditation to schools in deprived areas of the US and say it has had a positive effect so far on students at the schools where it has been introduced.
Lynch and Donovan intend to contact education officials in Scotland to make the school a legitimate place of learning and director Lynch says the effects could be outstanding.
"For a country the size of Scotland it would take only 250 students meditating to protect Scotland from its enemies and to bring peace, to stop violence and drug abuse. That is just a byproduct of the students meditating together."
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Post by Cat Stevens on Oct 30, 2007 8:52:27 GMT -5
OMG, the scotch comedy
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